L’esposizione pone in luce la produzione di due pittori, tra i più celebri e dotati dell’arte giuliana: Vito Timmel (1886-1949) e Vittorio Bolaffio (1883-1931). Praticamente coetanei, maturarono entrambi il desiderio di aggiornare la propria poetica su quanto di meglio si andava proponendo in Europa. Due artisti ‘moderni’, diversi dai pittori della generazione precedente. Se il fiore della desolazione germoglia in Bolaffio sul terreno del realismo proletario, in quell’impegno sociale che lo porta a cantare gli ozi e gli affanni dei lavoratori agresti e portuali, in Timmel assume connotati fantastici, colorandosi a volte di fughe nell’ombra in cui affiorano i dolenti fantasmi interiori.
In virtù della sua formazione viennese, Timmel guardò con ammirazione al mondo ideato da Klimt, mentre Bolaffio, rinfrancato dal soggiorno parigino, dove ebbe modo di rinsaldare l’amicizia con Modigliani, si accostò agli stilemi fauves diffusi da Matisse, Dufy e gli altri.
Tutti e due individuarono spunti stilistici da queste correnti estetiche, riproponendoli con originalità d’apporto. Gli anni Venti del Novecento furono per entrambi il periodo di maggior produzione artistica e il momento della loro consacrazione definitiva. In questo torno di tempo, Bolaffio prese parte con costanza ad alcune importanti esposizioni giuliane, vincendo la sua proverbiale ritrosia e attirando l’attenzione della critica più avveduta. Timmel invece si guadagnò prestigiose commissioni, tra cui i lavori “convenienti all’abbellimento della città”, in occasione della visita di sua Maestà il Re d’Italia. Non solo, fu lui ad organizzare la mostra collettiva della Permanente triestina nel 1922, al cui interno Bolaffio espose l’importante quadrittico Fine di una giornata.
La loro spiccata sensibilità si rivelò presto essere un sottile strato di ghiaccio, destinato a frammentarsi sotto il peso schiacciante dell’incomprensione altrui.
Significativamente, il disturbo mentale figura quale elemento caratterizzante le biografie di entrambi i pittori, germogliando in una città, la Trieste degli anni Venti, in cui operava Edoardo Weiss – uno dei primi allievi di Sigmund Freud, in stretto contatto con lui – e dove, negli stessi anni, Italo Svevo metteva a punto il suo romanzo più celebre, La coscienza di Zeno, fortemente debitore verso le istanze nuove che giungevano da Vienna.
Sono gli anni in cui Roberto Bazlen, consulente editoriale per Einaudi e Bompiani, nonché futuro ideatore della casa editrice Adelphi e soprattutto collezionista di opere di Bolaffio, spiegava agli amici triestini le novità che giungevano da Vienna e da Praga, la psicologia del profondo junghiana, il misticismo, l’esplorazione dell’occulto, Robert Musil e Franz Kafka, autori all’epoca non ancora conosciuti in Italia.
Ritenuto da alcuni suoi contemporanei uno squilibrato, Bolaffio venne scarcerato proprio perché dichiarato “deficiente di mente” (fu imprigionato nel 1926 per alcune frasi irrispettose, espresse in pubblico, nei confronti di Benito Mussolini), Timmel concluse la propria esistenza nel 1949, ricoverato all’Ospedale psichiatrico di Trieste, ritenuto incapace di intendere e di volere.
Danile D’Anza
Curatore della mostra
La mostra Il fiore della desolazione fantastica – Vito Timmel e Vittorio Bolaffio alla Galleria Comunale Contemporanea di Monfalcone è promossa dal Comune di Monfalcone in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia, con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, con il patrocinio della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia e con il supporto di diverse importanti realtà del territorio, quali Banca di Credito Cooperativo di Staranzano e Villesse (main sponsor), Io sono Friuli Venezia Giulia e Go!2025
Il fiore della desolazione fantastica
Vito Timmel e Vittorio Bolaffio
a cura di Daniele D’Anza
Testi critici
Daniele D’Anza
Franca Marri
Chiara Mistelli
Alessandro Quinzi
Progetto Grafico
Francesco Furlan
Stampa
Tipografia Menini di Ziraldo Gianni & Figli s.a.s
Spilimbergo (PN)
Finito di stampare a marzo 2023
Pagine 116
ISBN 978-88-96622-29-2
Prezzo di copertina: 20,00 I.C.
In vendita presso la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone e il MU/CA Museo della Cantieristica di Panzano
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